martedì 15 dicembre 2009

MARILDE TRINCHERO, "La solitudine delle madri".


Marilde Trinchero madre di tre figli, di cui due gemelli, di cui uno ospedalizzato (...e tiro un bel sospirone perchè mi ci rispecchio...esattamente!) è l'autrice del libro "La solitudine delle madri", pubblicato nel 2008 ed a cui è seguita la creazione del blog omonimo dove lei, si presenta così:

"Sono arteterapeuta e mi occupo prevalentemente di tematiche femminili legate alla creatività e alla maternità. Sono madre di tre figli che durante il tempo impiegato a diventare adulti qualcosa mi hanno insegnato su questi argomenti. Sono nata nel 1960 e mentre attraverso la vita, le immagini e la scrittura sono strumenti che porto sempre con me".

Ho avuto modo di scriverle dopo che (...proprio il giorno di S. Lucia...) ho trovato il suo gradito ed inaspettato contatto nei "lettori fissi" del blog di spazioneomamma!

Nel suo blog Marilde torna a parlare dell'argomento del suo libro, la solitudine delle madri, col proposito di condividere riflessioni su questo argomento prendendo spunto da "un libro, un film, segnalazioni di luoghi od iniziative in cui le donne si possono incontrare per avere un aiuto su questo tema. Ancora troppo sottovalutato. Quando non ignorato" (vedi il suo primo bost del blog: Si parte!).

Nel post subito successivo di domenica 1 febbraio 2009 intitolato La solitudine delle madri Marilde dice tra le altre cose:
"...Dopo l’uscita del libro, la generosità di tante donne che lo hanno commentato, i loro punti di vista, suggerimenti, impressioni, mi hanno fatto pensare che l’argomento non era per me esaurito dopo aver depositato su carta ciò che desideravo dire in merito, ma che anzi si stava ampliando come quei fili che intrecci e poi diventano trame e poi chissà che altro. Questo blog a lungo solo pensato nasce proprio da uno di quei suggerimenti, e mi piacerebbe che questo post diventasse il luogo in cui una donna e spero anche qualche uomo scriva ciò che desidera in merito. Alcune persone possono sentirsi inibite all’idea di lasciare un commento pubblico: c’è un indirizzo mail a disposizione per chi lo desidera. Mi piace immaginare che possa essere un luogo che cresce nel tempo attraverso i commenti, le storie, le critiche, i suggerimenti, di ognuno. Mi piace pensare che siano sempre più numerosi i luoghi in cui si può condividere, scrivere, dire che esser madri è bello, ma non solo. Questo è uno di quei luoghi".

Altri post che vorrei condividere con i lettori del blog di spazioneomamma:




4 commenti:

  1. Grazie di questo post. E complimenti per l'etichetta: tam-tam tra mamme trovo che sia più che efficace.
    Buon lavoro e a presto.
    marilde

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  2. Sì, "Tam-tam tra mamme"!
    NON E' SEMPLICE parlare della fragilità e della stanchezza, della paura di non farcela, del senso di insicurezza e di inadeguatezza, o della rabbia che a volte stravolge i nostri tratti interiori e che non ci fa più sembrare quelle che eravamo prima o... che credevamo di essere...
    INOLTRE, ANCHE A DISTANZA DI ANNI, un parto prematuro, una patologia del neonato, un cesareo d'urgenza, ma anche non aver potuto tenere con sè il proprio piccolo in quei primissimi giorni così fondamentali, o non essere riuscite ad allattarlo come si avrebbe tanto voluto... può fare molto male.
    POCO TEMPO FA' una mamma mi ha parlato così della sua esperienza:
    "Pensa che i miei gemelli sono stati in tin (ndr, terapia intensiva neonatale) 2 mesi e mezzo...in quei momenti ero una roccia....scattavo foto...vivevo le mie giornate attaccata a quelle foto...andavo a dar loro il latte 3 volte al giorno a orari differenti perchè ricoverati in 2 stanze diverse....ce l'ho sempre fatta....una volta passato tutto...sono crollata....butterei tuutte le foto...e ora ogni tanto mi assale il senso di colpa pensando che sia stata colpa mia di tutto....non ho trovato nessuno che mi abbia detto che non era vero o solo messo una mano sulla spalla per farmi coraggio....insomma....fa più male ora !!!"
    ....
    RITENGO CHE PER PROTEGGERE il benessere della donna e la neonata relazione tra la mamma ed il suo piccolo in questo "mondo al contrario" purtroppo manca spesso una rete familiare di sostegno, informazione, servizi e progetti dedicati.
    Molto però può fare la condivisione e QUI, NEL NOSTRO PICCOLO, tutti possiamo collaborare per sostenerla.

    Poi, in revisione di quanto indicato nel post qui sopra, ci tengo a precisare che a differenza di quanto da me indicato i gemelli di Marilde sono stati entrambi ospedalizzati, poiché nati a 32 settimane. Nel post "Ricordi" del suo blog si rivolgeva solo a uno perché è quello a cui scriveva e che ora, mi riferisce Marilde, è in Australia e si sta divertendo alla grande...

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  3. E la differenza, in ospedale, è data dalla sensibilità del personale sanitario. Io ricordo con piacere il reparto ostetricia, ma con orrore la pediatria. Sono passati 26 anni eppure ricordo perfettamente le disattenzioni, il non tener conto dell'ansia di una madre, la freddezza degli operatori. Sono ferite che incidono in profondità proprio nel momento in cui sarebbe necessario un sostegno forte.

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  4. La solitudine delle madri...già! La solitudine delle famiglie di oggi in cui a volte i nonni sono latitanti o troppo presi dalla propria rinascita, famiglie che trovano più facilmente l'aiuto in una vicina di casa piuttosto che in una sorella o zia, famiglie tanto contente di non vivere più come un tempo tutti insieme e quindi di avere la propria privacy ritrovandosi così sole. Tempo fa leggevo dell'usanza in alcuni villaggi africani di far accudire il neonato dalla comunità intera nei prini 40 giorni per lasciare il tempo alla madre di riposarsi dalle fatiche del parto:FANTASTICO! roba di un altro mondo...già! quello che punta alle relazioni con le persone, allo stare insieme per condividere tutto. Ieri con il mio solito entusiasmo per le persone ho visto che la ragazza venuta ad abitare nel mio condominio è incinta e mi sono avvicinata a lei per conoscerla e farle i miei auguri. Bè, a mala pena mi ha sorriso e salutato per cortesia tornandosene in casa. Anche questa è solitudine! Per non parlare di tutte quelle persone che ti parlano, sì, ma che forse farebbero meglio a starsene zitte. Quelle che ti dicono:"se tua figlia non dorme avrà un problema" oppure "sei tu che non sei capace, al mio ho fatto capire subito che di notte si deve dormire". C'è bisogno di solidarietà fra le mamme non di saputelle! Meno male che ci è rimasta l'amicizia a sconfiggere la solitudine. E l'amore.

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