sabato 17 settembre 2011

I miei cesarei: rabbia, confusione e la voglia di capire - Una mamma racconta

Meglio il parto naturale o cesareo?  


"Ho due figli, bellissimi, nati a 2 anni di distanza l'uno dall'altra, entrambi purtoppo con cesareo.

Ho sempre sognato di avere dei figli (almeno tre!), di partorirli e allattarli.

Durante la prima gravidanza mi immaginavo il momento del parto con un'emozione bellissima, non ero spaventata dai dolori che avrei provato perchè da sempre le donne partoriscono e poi spesso quasi non ne ricordano il dolore.

Purtroppo all'8° mese la ginecologa si è accorta che mio figlio non era più cresciuto dal controllo del mese precedente. Forse se avessi avuto un'ostetrica vicina se ne sarebbe accorta prima... Io stavo bene ma la pancia cresceva poco, ma sembravano paturnie di mamma.

Risultato: lo hanno fatto nascere d'urgenza, anestesia generale: non solo non l'ho partorito, ma nemmeno l'ho visto nascere L'ho potuto vedere dopo diverse ore, in incubatrice. Il mio compagno m'ha detto "è lui", io non l'avrei riconosciuto mio figlio. Quando, dopo una settimana l'ho potuto prendere in braccio, ho provato paura e insicurezza.

Sono stata determinata ad allattarlo. Mi era stato spiegato al corso preparto che anche dopo il cesareo il latte comunque viene, basta stimolare. E così ho preteso di avere accesso alla tiralatte giorno e notte.

Attaccarlo al seno è stata un'altra difficoltà: meno male che tra tutte le infermiere ne ho trovata una (solo una, ma almeno una) che ha insegnato a me e mio figlio come mangiare dal seno.

Allattandolo per più di un anno sono riuscita a superare la difficoltà enorme di non sentirlo mio figlio. Il senso di colpa invece m'è rimasto molto più a lungo, finchè ho letto che è una cosa che succede frequentemente alle donne che subiscono un cesareo.

Seconda gravidanza, questa volta procede tutto bene.

Sento che io e mia figlia ci stiamo affiatando con le prime contrazioni. Torno a sognare il parto, mi emoziona, aspetto il momento: sono sicura che io e lei riusciremo a vivere il nostro parto.

Dopo un giorno di contrazioni regolari decido di andare in ospedale. Ho scelto un posto dove mi è stato garantito di poter provare il VBAC (parto vaginale dopo cesareo).

Di fatto no...
.

Il travaglio non è ancora al punto giusto, ma essendo un "pre TC", pregresso taglio cesareo, mi trattengono.

Con due visite dolorosissime "signora, si rilassi" cercano di scollarmi le membrane, ovviamente senza dirmelo. Valutano frettolosamente mia figlia e sentenziano "non è cresciuta"...e poi scopro che non era vero. Provare il parto vaginale sembra un mio capriccio. Ovviamente in questo clima le contrazioni si sono fermete.

Trovo un medico disposto a mandarmi a casa, aspettando che il travaglio riparta da sè. Ma perdo le acque...forse se non mi avessero scollato le membrane non sarebbe successo...
La bambina, mi dicono, deve assolutamente nascere entro 24 ore (scopro poi che in ospedali dove davvero sostengono il parto spontaneo lasciano tranquillamente 2 o 3 giorni di tempo prima di intervenire).

Mi sento il fiato sul collo, il tempo contato, la sfiducia attorno, il cesareo già deciso.

Mi accontentano provando con l'ossitocina. Dopo mezz'ora di contrazioni dolorosissime (perchè innaturali), praticamente ferma a una poltrona e digiuna, quando si vede che il battito di mia filìglia ha un calo e tutti si allarmano, non riesco più a lottare sola contro tutti e dò il consenso al cesareo. Scopro poi che stimolando con ossitocina sotto monitoraggio fetale va sempre a finire così...

Scendendo in sala operatoria mi chiedono se già che ci sono mi voglio far chiudere le tube, perchè tanto il terzo figlio sarebbe ancora con cesareo.

Anestesia locale, almeno stavolta vedo nascere mia figlia, nel gelo di una sala operatoria.

Ovviamente la allatto e così mi lecco le mie ferite.

Dopo questa seconda brutta esperienza inizio a leggere, a cercare informazioni: è troppa la rabbia e la confusione. Mi prendo in carico.

E capisco che è importante che le informazioni circolino: se una donna sa a cosa può andare incontro, ha la forza di affrontare le situazioni difficili, di fare scelte contrarie all'imposizione del medico.

Perchè così tanti cesarei oggi?

E come si sente una donna dopo un cesareo?

Il dolore è tanto (non tanto fisicamente...), il senso di sconfitta e di insicurezza come madre possono prevalere. Il legame speciale col figlio puà non partire subito, ne viene a mancare il supporto ormonale. Allattare aiuta molto. E anche la sfera sessuale può andare in crisi...

Dopo un cesareo, ma anche dopo due o più, è possdibile partorire: col tipo di intervento fatto oggi i rischi di rottura dell'utero sono minimi.

Ogni donna è in grado di portare in grembo un figlio, di partorirlo, di allattarlo. E' la nostra parte più animale.

Al giorno d'oggi gravidanza e parto vengono gestiti dal medico, che in realtà dovrebbe occuparsi solo degli eventuali problemi.

Ciò che serve a una donna in gravidanza è aver vicino donne con esperienza, un'ostetrica, che accompagni e dia sicurezza.

Consiglio 3 letture che mi sono state di grande aiuto per la chiarezza di informazioni che forniscono (che io purtroppo ho scoperto solo dopo il secondo cesareo):

"Dopo un cesareo" di Ivana Arena, Bonomi Ed.

"Il parto cesareo - solo se indispensabile e sempre con rispetto" di Olza e Lebrero Martinez, Il leone verde ED:

"Ecologia della nascita" di Michel Odent, Red Edizioni (lo si trova nel circuito delle biblioteche).

Lettera firmata
(Una mamma della provincia di Bergamo).

4 commenti:

  1. Anche io ho partorito la mia prima figlia con cesareo il 17 settembre
    2005,ma il secondo figlio 3 anni esatti dopo,il 23 settembre 2008, con
    un orgoglioso e fortemente voluto(con non poche difficoltà decisionali)
    PARTO NATURALE al 100% CON DOLORE.Con la prima figlia ero oltretermine
    di quasi 2 settimane ed era "grossa"...,ormai il peso non era
    calcolabile a fine gravidanza,nonostante la brava ginecologa e
    nonostante fossi stata seguita molto bene ogni mese dal gruppo
    ostetrico per la gravidanza fisiologica agli ospedali riuniti di
    bergamo.Il travaglio non era partito,non avevo contrazioni.Non mi hanno
    indotto perchè avevano capito che poteva essere rischioso con un peso
    alto ormai oltretermine.Inizialmente pensavo che il ginecologo di turno
    non avesse voglia di prendere decisioni,perchè mi hanno ricoverato il
    giovedi mattina programmato dall'ambulatorio della gravidanza
    oltretermine e tenuta in sospeso fino sabato mattina.Quindi mi sono
    affidata ad un inaspettato parto cesareo.Poi sono stata felice di
    questa decisione ed ho ringraziato il ginecologo,che tra l'altro si era
    anche scusato in uno dei giorni successivi durante la visita di
    controllo.Il cesareo è andato tutto bene,anestesia spinale,ho sentito
    senza dolore i chirurghi lavorare nella mia pelvi,ho visto la mia bimba
    appena tolta dalla pancia e mi sono commossa.La mia bimba e' nata di
    4,315 kg e non credo sarei riuscita facilmente a partorirla
    naturalmente.. Ho allatato senza problemi fino un anno e con molto
    orgoglio e stupore di come un bimbo possa CRESCERE fino a 6 mesi con il
    SOLO ESCLUSIVO LATTE MATERNO!!!!! WOW!!!!!! ho avuto momenti di crisi
    ormonale di pianto post-partum,ancora in ospedale,facevo fatica a
    camminare per il dolore nel muovermi e con grande difficolta' lottavo
    per riuscire a rendermi il prima possibile indipendente pensando a
    quello che mi avrebbe aspettato a casa.Ma mi affascinava il fatto che
    la mia bambina VIVEVA DI ME,del mio solo latte,del prodotto che usciva
    dal mio seno,che fino allora era sato solo una appendice femminile di
    bellezza e non avevo mai considerato la possiblità di essere cosi'
    utile ed indispensabile per un essere umano.Io non ero stata allattata
    perchè negli anni '70 le mamme erano INCONSAPEVOLMENTE e senza
    possiblità di scegliere in un vortice di campagna pubblicitaria che
    spingeva il latte artificiale,"segno di emancipazione e novità",oltre
    che fonte per arricchire le case farmaceutiche e gli studi chissà di
    che genere.
    (CONTINUA...)

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  2. (PROSEGUE...)
    Il secondo bimbo è arrivato anche lui oltretermine,grosso e non
    valutabile a fine gravidanza.una ginecologa del gruppo osetrico mi
    aveva consigliato il cesareo,MA IO NON ERO CONVINTA.lo avevano
    programmato per l'11 settembre,ma IO MI SENTIVO CONFUSA,senza
    spiegazioni plausibili che mi giustificassero un altro taglio cesareo.
    volevo provare l'emozione delle contrazioni,che non conoscevo.avevo
    contro i miei genitori e anche un po mio marito che non capiva fino in
    fondo perchè mi fossi incapponita sulla mia scelta del parto naturale.
    io neanche sapevo cosa era giusto per me e per il mio bambino,AVEVO
    PAURA DI FARE LA SCELTA SBAGLIATA..ero sola a prendere questa decisione,
    ma dentro di me sentivo che era la direzione giusta.io e mio marito
    siamo 2 infermieri e abbiamo conoscenze sanitarie e capacità in materia,
    ma per chi non è nel settore e si deve affidare a decisioni altrui è a
    dir poco FRUSTRANTE.mi hanno lasciato perplessa le incognite che
    neanche la ginecologa e le ostetriche mi potevano risolvere perchè......
    ogni parto è a se!!! ho disdetto con coraggio il ricovero per il
    cesareo programmato e ho sentito il parere di un'altra ginecologa che
    mi ha rassicurato sulla possibilità di un parto naturale.il 16
    settembre mi hanno scollato le membrane,durante la visita di controllo.
    dopo una settimana al mattino ho avuto l'emozione di sentire le mie
    prime contrazioni,sono andata in ospedale con mio marito e alla sera
    del 23 settembre è nato il mio bambino di 3,980 kg,con dolore ma con
    TANTA FELICITA'.ho subito pensato che non avendo fatto il cesareo l'11
    settembre il mio bimbo è rimasto nella mia pancia ancora per ben 12
    giorni e per me è stata una grande conquista.stava bene al calduccio,io
    non ero psicologicamente pronta a partorilo prima del tempo.ma quale
    tempo?non so spiegare,dentro di me c'era un tempo che io materialmente
    non avevo ma conoscevo.sono stata contenta.mi sono dilatata solo alla
    fine rapidamente,quindi non ho potuto scegliere l'anestesia epidurale,
    ma dopo poco più di mezz'ora di spinte dolorose e posizioni assurde sul
    lettino,ce l'ho fatta.ho anche cercato involontariamente di mordere un
    dito a mio marito nel momento di tensione durante le spinte.ho
    allattato il mio bimbo come la prima bimba.non ho avuto il dolore alla
    schiena e alla ferita chirurgica come invece per il cesareo,ma sono
    uscita con una episiotomia e..........più di un mese di EMORROIDI
    DOLOROSISSIME.non riuscivo a sedermi per il dolore.e la cosa che mi ha
    sconvolto è che mi hanno dimesso dopo i canonici 2 giorni di ricovero
    senza darmi alcuna indicazione per il mio povero gavocciolo
    emorroidario che era ben evidente durante le visite ginecologiche
    durante il ricovero.ho dovuto gestire io con mio marito e le mie
    conoscenze il problema proctologico andando all'ospedale di seriate da
    un gentilissimo chirurgo specialista.Che fatica donne.grazie per la
    storia che ci hai raccontato che mi sono sentita tanto vicino.
    condividere è l'unico modo di far conoscere.grazie.

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  3. Ti ringrazio di cuore per la tua condivisione e sono sicura che tante mamme si ritroveranno (purtroppo ma... per fortuna...) in quello che scrivi.
    Purtroppo perchè lo sai già...
    Per fortuna perchè so che questo racconto può accompagnare i passaggi di altre mamme che transiteranno per il blog...
    Le tue esperienze sono state sicuramente più pesanti della mia, ma anch'io ho avuto un cesareo, sicuramente meno pesante della tua esperienza...
    Il mio primo parto è stato naturale, il secondo (gemellare) un programmato per presentazione podalica.
    Pur avendo vissuto "serenamente" l'intervento del cesareo gemellare programmato, mi è rimasto quell'amaro in bocca, perchè quando partorisci tuo figlio con parto naturale sei tu la protagonista dell'evento e che partecipi attivamente: accade tutto attraverso te e sei tu che spingi, che scegli la posizione, che urli dal male.
    Col cesareo, è un'altra cosa: sei passiva.
    Passiva, ferma, anestetizzata.
    Ricordo che i medici parlavano delle vacanze appena fatte mentre quasi non respiravo per la pressione sul diaframma dei miei piccoli che stavano per essere fatti uscire...
    Ricordo che l'anestesista che avevo a fianco a un certo punto mi dice: "sente piangere di là? E' il suo primo bimbo!" e così per l'altro gemello.
    Ricordo mio marito che sorrideva dalla finestrella, che mi diceva che erano belli, che avevano un buon peso, che erano di là.
    Ed io lì come un'ebete.
    La cosa bella è che quando mi hanno messo nella stanzetta d'osservazione e sono arrivati i due cuccioli nella culla, col vestitino che avevo chiesto di mettere loro, questi mi hanno guardato tutti e due, hanno subito voltato il viso di fianco nella mia direzione e hanno insomma appiccicato gli occhi verso di me senza mollare un attimo: si sono voltati da quella parte dove sentivano l'odore e la voce che per tanti mesi era stato con loro un tutt'uno... Hanno riconosciuto la loro madre, mi hanno preso loro in braccio in quel momento in cui mi sentivo vagabondare.
    Li ho visti nudi la prima volta solo quando avevano già tre giorni, perchè col cesareo, si sà, li lavano e cambiano loro.
    Anche questa piccola cosa per una neomamma è un'attesa "forzata": aspettare per l'accudimento delle prime cure, aspettare per accarezzare il tepore della loro pelle nuda, per acchiappare le loro gambette raggomitolate mentre gli cambi il pannolino e urlano come dei matti. L'allattamento al seno mi ha sicuramente aiutato poi anche nella relazione con loro. Un abbraccio.

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